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[Parlando di neuroscienza ed etica]

"...avete letto di quella storia di Armin Meiwes in Germania che ha cercato, trovato, legato, ammazzato e poi mangiato una persona consenziente? Direi che finché si tratta di adulti consenzienti nella privacy della loro casa..."

(Wrye Sententia, transumanista, continuing lecturer alla Università della California a Davis [pubblica], co-direttore del Center for Cognitive Liberties and Ethics dal 1999 al 2005 [liberalizzazione delle sostanze psichedeliche per self enhancement], 2016 Excellence in Teaching Award)

Leggendo questo esergo sembra tutto facile. Ci sono in giro degli esaltati come questa professoressa che hanno un'idea della libertà assolutamente inaccettabile, li si isola e si mantiene saldamente la bussola sulla "naturale razionalità" del giusto stare insieme comunitario. Ma in un'epoca in cui la tecnologia è diventata l'interfaccia obbligata della relazione dell'uomo con la natura orientandola solo alla misurazione e al calcolo; "pro-vocando" l'uomo, come scrive Heidegger, a considerarla come stock da accumulare in funzione di successive sempre maggiori accumulazioni di altro stock; a un tale livello di perfezionamento che promette credibilmente, e già adesso in parte permette, di plasmarla a piacimento svincolando così l'umanità dai suoi limiti materiali e biologici; in cui da "impersonale", divina o sovra-umana che non appartiene a nessuno, diventa di fatto "personale" di chi possiede in esclusiva i mezzi e le conoscenze per controllarla; la natura perde la sua sacralità e quindi anche la capacità di rappresentarsi come "fondamento originario immutabile" dell'ordine a cui si deve conformare la comunità umana, dei modi e dei fini dell'interazione sociale. Ma soprattutto dell'identità e della soggettività dei singoli membri che non è un dato di nascita ma che viene costruita in forme che possono essere diverse nell'interazione sociale e linguistica del comunitario.

Le religioni e le tradizioni particolari inevitabilmente conflittuali fra loro non possono costituirsi come fondamento "primo e ultimo" di una comunità globale, resta solo una natura (intesa come ipostatizzazione del sistema di credenze e concetti elaborati da una società) ormai resa inerte, ridotta a etichetta vuota su cui ognuno scrive-cancella-riscrive i propri desideri per convincersi che apparendo sull'etichetta sono "il senso".

Priva di qualsiasi "auctoritas" che sia un fondamento ontologico condiviso e uguale per tutti la comunità si disintegra in una esplosione di miriadi di frammenti indistinti di sotto-identità del tutto insignificanti politicamente che per questo hanno assoluto bisogno del potere centrale per ottenere il riconoscimento di una pretesa differenza che immancabilmente finisce per essere omologazione/sussunzione al logos unico del potere. Su queste basi una prassi politica non può nemmeno essere immaginata; se poi il potere si è dotato di mezzi di controllo e repressione incontrastabili ed è di fatto proprietario di tutti i mezzi di produzione e del relativo know how, l'impasse appare - e in parte è diventata - insuperabile.

Per cui che quella professoressa dell'esergo si sia sentita autorizzata a dichiarare tranquillamente in un'intervista che è ammissibile mangiare un essere umano purché questo sia consenziente e lo si faccia a casa propria non va inteso come l'uscita estemporanea di una signora un po' eccentrica ma come un sintomo della disgregazione del comunitario presso i subalterni (noi) e di conseguenza come il segnale di una imminente, se non già in atto, trasformazione della soggettività individuale e sociale come siamo abituati a pensarla, che dal comunitario è creata e determinata. Che è il tema centrale della riflessione dei trans/postumanisti, di Teilhard de Chardin, di Michel Foucault in "Les mots et les choses" già negli anni '60.

Transumani e postumani

“L’uomo è un’invenzione di cui l’archeologia del nostro pensiero mostra agevolmente la data recente. E forse la fine prossima. Se tali disposizioni dovessero sparire come sono apparse, se, a seguito di qualche evento di cui possiamo tutt’al più presentire la possibilità ma di cui non conosciamo per ora né la forma né la promessa, precipitassero, come al volgersi del XVIII secolo accadde per il suolo del pensiero classico, possiamo senz’altro scommettere che l’uomo sarebbe cancellato, come sulla riva del mare un volto disegnato sulla sabbia” (Foucault, "Les mots et les choses", 1966

Il trans/postumanesimo (TPU) nelle sue varie declinazioni prefigura  in questa epoca (alcuni parlano di decenni) una trasformazione di portata cosmica della soggettività umana che porterà gli individui a fondersi in una super coscienza/intelligenza collettiva connessa o addirittura ibridata con la macchina (il cyborg)

Gli aspetti fantascientifici, gli edonismi sfrenati o tecno buonisti più pittoreschi - come l'utilitarismo negativo di David Pearce che propone di abolire il dolore fino a immaginare di salvaguardare le prede dei grandi felini riprogrammando gli istinti sociopatici (sic) dei leoni prima con l'installazione di elettrodi poi intervenendo sul codice genetico; o la rinascita psichedelica - vanno considerati esclusivamente per le implicazioni politiche che ne sono il sottotesto, da cui appare in filigrana l'immagine del nuovo rapporto che si sta instaurando fra il potere e i subalterni. Nel sistema di Pearce i leoni avranno gli elettrodi nel cervello e se saranno virtuosi (sic) riceveranno somministrazioni di sostanze che danno piacere, cosa che si potrebbe fare anche con gli uomini.

"Yes, the ex-predator is "enslaved" to its reward circuitry; but so are humans" (Pearce, "Reprogramming predators")

La condizione schiavile è considerata quella "naturale" dell'uomo, non è nemmeno pensabile mettere in discussione questo dato di fatto. Il (non) politico qui non è tanto nel concetto espresso dalla proposizione ma nel fatto che non si parla di chi e su quali criteri somministrerà le sostanze/ricompense - con le quali però la felicità non sarà altro che alienazione chimica di una soggettività rinchiusa nelle sue autopercezioni che non sarà un più un da-sein (un esser-ci, un ente che immagina e  realizza un suo progetto esistenziale mettendosi in relazione col mondo) ma di fatto un non-soggetto pronto a essere sussunto dalla soggettività unica/centrale del potere.

Quindi le fantasie di David Pearce sui leoni in realtà prefigurano i concreti progetti da realizzarsi sugli uomini che se saranno possibili verranno certamente attuati. In "Brave new world? A Defence Of Paradise-Engineering" critica il pessimismo distopico di Huxley in "A brave new world" e scrive:

"For it is Huxley who neither knows nor understands the glory of what lies ahead. A utopian society in which we are sublimely happy will be far better than we can presently imagine, not worse. And it is we, trapped in the emotional squalor of late-Darwinian antiquity, who neither know nor understand the lives of the god-like super-beings we are destined to become."

Per Pearce e il tecno edonismo transumanista (i postumanisti della corrente "critica" sono più filosofici) lo scopo non è solo l'euforia/anestesia delle droghe vecchio stile bensì creare nuovi stati di coscienza iper intelligente, il che non solo sarebbe condivisibile ma di fatto è inevitabile. Dimentica però l'aspetto politico non chiedendosi "chi" possiederà i mezzi di produzione di quelle sostanze, se sarà un monopolio delle élite o se la tecnologia diventerà liberamente accessibile, e chi deciderà fra le due opzioni; se saranno disponibili per tutti da subito, dato che un gap di dieci anni fra ricchi e poveri si ripercuoterebbe sulle generazioni successive arrivando in breve tempo a creare non più classi diverse ma, soprattutto con l'avvento dell'eugenetica, specie biologiche diverse.

Nelle FAQ dei Transumanisti Italiani si affronta questo problema del rapporto fra le specie diverse dei postumani razza superiore e gli uomini arcaici o meno "migliorati".

"Non è facile immaginare in che modo un essere postumano potrebbe interagire con esseri umani - ammesso che ne abbia l’intenzione"

 Nella previsione ottimista, i postumani continuano a rispettare e tollerare gli esseri umani. [...] Nella previsione pessimista (se non altro dal punto di vista umano), i postumani giungono alla conclusione che l’umanità non rappresenta altro che uno spreco di risorse. Se i postumani non avranno loro leggi o regole morali, potrebbero decidere di intraprendere azioni che potrebbero sfociare nell’estinzione della specie umana. [...]

Ma fortunatamente per l'eventualità pessimista i transumanisti hanno un piano preciso.

"...difendere e diffondere tali valori nella società di oggi, così da assicurare la loro presenza nel profilo psicologico degli esseri umani che otterranno i poteri dei postumani."

La domanda a cui non rispondono è: chi assicurerà che i profili psicologici siano quelli buoni? Un comitato di omini che ovviamente sarà nominato dalle élite che detengono la tecnologia transumana e il cui unico scopo, come è intuitivo, sarà usufruire per primi dei nuovi superpoteri per non rischiare di perdere il proprio dominio sui subalterni?

Sia trans che postumanisti scrivono manifesti bioetici di tutti i tipi con successive accurate revisioni in cui per assenza di politica non riescono a uscire dall'impasse: ci vuole la massima libertà dal moralistico supervisore che sarà garantita...dal moralistico supervisore...

Sull'altra sponda, i postumanisti critici per lo più femministi animalisti che si rifanno a Derrida riadattandolo al cyborg e che inevitabilmente ricadono nelle sue stesse impasse. Ma l'analisi è interessante.

L'uomo antropocentrico umanista cartesiano, il cui soggetto è centrato su un ego dominato dalla volontà di potenza, impone il linguaggio del logos che produce un "concetto" fisso, unico, assolutamente coerente, che porta a una rigida gerarchia fra i soggetti; ma che finisce per svuotare il "discorso" che invece è fluido, molteplice, contraddittorio, in cui i soggetti sono paritari. L'uomo antropocentrico si fonda a partire dalla dicotomia soggetto-oggetto e così si rapporta al mondo creando una serie infinita di dicotomie in cui "l'Altro" si riduce a oggetto da misurare, dominare e sussumere (nell' "io" di una persona "l'Altro" interiore viene definito con nomi collettivi che quindi lo negano in quanto soggetto seppure non unico ma molteplice: "l'inconscio", "l'irrazionale").

Il che porta a ingabbiare ogni visione della società nella dicotomia chiave, quella politica, che è fra Gemeinschaft (comunità) fondata sull'affettivo e sulla tradizione, contro la Gesellschaft (società) che è il luogo dell'interazione degli interessi individuali ossia due concezioni inconciliabili della polis. Da cui la serie delle altre: libertà che tende al caos contro ordine che tende all'oppressione, solidarietà che è buona contro competizione che è indispensabile ma nei fatti finisce per negarla, ospitalità contro necessaria difesa dei confini.

Anche qui il postumanesimo critico ha una soluzione infallibile: la rivoluzione ce la fa macchina.

Dato che si parte da una analisi linguistica sul ruolo del logos accentratore, il punto di svolta sarà l'ibridazione con la macchina con cui l'uomo si interfaccerà in un linguaggio informatico che è modulare, non concettuale, che può essere rielaborato riutilizzando e non cancellando i moduli precedenti. Anche qui la politica non esiste e anzi si dice chiaramente che senza la macchina non si può fare nulla.

"Antropodecentrarsi vuol dire quindi non annichilire l'antropocentrismo bensì superarlo avvalendosi di ibridatori non umani capaci di dare nuove prospettive sul mondo, nuovi modelli interpretativi, nuovi canoni operativi. La partnership con le alterità decentra perché inaugura una diversa interfaccia con il mondo, un'interfaccia che non è raggiungibile senza l'ausilio dell'ibridatore, ma che nello stesso tempo modifica in maniera stabile l'apporto referenziale dell'alterità e questo sancisce subito un debito aperto che rimane sospeso nell'evento antropopoietico: divenire umani significa da quel momento in poi andare oltre il proprio retaggio, ovvero commisurarlo a un processo di dimensionamento esterno»(Roberto Marchesini, "Il tramonto dell'uomo. La prospettiva postumanista")

Dopo decine di migliaia di anni di religione e 2300 di metafisica si scopre che "l'Altro", "il Sacro", era la macchina. Intrinsecanente non dicotomica perchè non è maschio né femmina e quindi sarà lei "l'intercessore virginale" che partorirà senza peccato l'ibrido del cyborg che ci libererà dal male.

Senza un fondamento ontologico del comunitario la politica viene sostituita da speranze para escatologiche.

Biopolitica

Per i dominanti invece il transumanesimo è integralmente politica. La tecnologia e la scienza servono solo per fare politica, la produzione e il profitto (i soldi) non sono che i mezzi con cui si cerca di realizzare, confermare e riprodurre, l'unico obiettivo che conta: il potere politico.

A questo livello di sviluppo senza precedenti, la tecnologia e la scienza in sé prefigurano una precisa modalità di potere politico quando diventano l'interfaccia obbligata e ineludibile del rapporto uomo-natura secondo la misurazione numerica, il calcolo, lo scopo; secondo la relazione "soggetto-oggetto" che traslata sul piano politico diventa "sovrano-suddito".

La politica si conforma a questa modalità di relazione con l'alterità e diventa quindi non solo controllo assoluto ma manipolazione invasiva di un oggetto (i sudditi) che potrà essere plasmato fin nella sua identità/soggettività. Ossia la soggettività stessa che percepiamo come dato di nascita, inattingibile al concetto, immutabile, viene concepita come un altro "oggetto" che viene prodotto da fattori misurabili sui quali è possibile intervenire per cambiarlo al fine di limitarne l'autonomia.

Se lo scopo è il consenso e lo si ottiene nella maniera più duratura con la de-politicizzazione dei sudditi; se la politica nasce fra soggetti che sentono un forte senso di appartenenza comunitario (per esempio la coscienza di classe ma anche la religione etc); se il comunitario si fonda sulla affettività animale; se i soggetti sono tali in quanto creati dal comunitario; intervenendo sulla affettività si de-politicizzano i soggetti subalterni. La mascherina, come scrive Agamben, serve a questo secondo un preciso disegno biopolitico.

Il neuroscienziato Fausto Caruana sostiene che le emozioni non dipendono solo da un atto psicomotorio interno ma soprattutto dalla possibilità di esprimerle davanti agli altri per "condividerle" perché è così che nasce il legame sociale. Se se ne viene inibiti, le emozioni e l'affettivo tendono ad atrofizzarsi.

Con il lockdown che limita le interazioni e con la mascherina, l'espressione delle emozioni diventa inutile e non si possono precepire quelle altrui per cui il legame sociale non si consolida e non nasce la politica.

Lo stesso vale per lo smartworking che abolisce il posto di lavoro comune dove si parla, si fanno amicizie, dove si discute di questioni sindacali.

Per non parlare dei consigli dei sessuologi che invitano a far sesso da soli o al computer perché il "contatto" - essendo troppo affettivo - è pericoloso.

Questa è la biopolitica: non più solo violenza poliziesca ma intervento tecnologico sui meccanismi del comunitario - e in seguito nel corpo fisico degli individui - che mira a deprogrammare le soggettività dei subalterni per impedire all'origine qualsiasi prassi politica concreta che possa essere realmente alternativa. Vediamo che sta succedendo e siamo solo all'inizio.

Per i dominanti l'ipotesi transumana della super soggettività collettiva non è solo utopia para filosofica ma è programma politico: Klaus Sahwab, direttore esecutivo del World Economic Forum dice che il Grande Reset porterà

“alla fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica”

La domanda chiave è quella che costituisce uno dei ricorrenti dubbi di Teilhard De Chardin nella sua elitaria visione religiosa: sarà una super soggettività collettiva paritaria/comunitaria o sarà la brutale cancellazione delle soggettività dei sudditi che diventeranno l'equivalente degli organi per il corpo umano perdendo per sempre non solo la loro individualità ma di fatto anche l'autonomia della loro autocoscienza?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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